La Commissione Europea ha adottato un ambizioso pacchetto di misure sull'Economia circolare per promuovere la transizione dell'Europa verso una nuova economia che aumenterà la competitività globale, sosterrà la crescita economica e genererà nuova occupazione.


In questo quadro la grande sfida che l’Italia si troverà ad affrontare nel prossimo decennio, è rispondere in modo adeguato ed efficace alle complesse dinamiche ambientali e sociali, mantenendo allo stesso tempo la competitività del sistema produttivo.

L’economia circolare è un’economia progettata per “auto rigenerarsi” che si basa su fonti energetiche di tipo rinnovabile, volta a minimizzare, tracciare ed eliminare l’uso di sostanze chimiche tossiche, e ad eliminare la produzione di rifiuti e sprechi mediante un’attenta progettazione.

E’ importante dare l’avvio ad una nuova politica industriale finalizzata alla sostenibilità e all’innovazione in grado di incrementare la competitività del prodotto e della manifattura italiana, e che ci costringa anche a ripensare il modo di consumare e fare impresa. L’Italia ha le caratteristiche e le capacità per farlo e deve cogliere questa opportunità per sviluppare nuovi modelli di business che sappiano valorizzare al meglio il Made in Italy e il ruolo delle Piccole e Medie Imprese (PMI).

La transizione verso un’economia circolare richiede un cambiamento strutturale e l’innovazione è il cardine di questo cambiamento. La trasformazione digitale del sistema produttivo e le tecnologie abilitanti , la c.d. industria 4.0, offrono già oggi soluzioni per rendere possibili e persino efficienti produzioni più sostenibili e circolari.

Puntare sull’economia circolare vuol dire quindi stimolare la creatività delle PMI italiane in funzione della valorizzazione economica del riuso di materia. Investire in ricerca e sviluppo facendo sistema, rappresenta una possibilità concreta per le nostre PMI, soprattutto manifatturiere, di ripensare e modificare il proprio modello produttivo per consolidare la propria presenza nelle catene del valore globali.

E’ pertanto necessario.

  • Ripensare il nostro modo di produrre e consumare

  • sviluppare nuovi modelli di business

  • trasformare i rifiuti in risorse ad alto valore aggiunto

 

puntando sugli elementi chiave del concetto di economia circolare quali:

  • nuovi processi produttivi e la progettazione ecologica, (eco design, dissemblabilità, riciclabilità, modularità, riparabilità, manutenzione, sostituzione delle sostanze pericolose, rigenerazione etc..)

  • l’adozione di modelli di distribuzione e consumo più sostenibili,

  • l’approvvigionamento sostenibile delle materie prime (forniture da risorse da fonte rinnovabile, dal riuso e da materiali riciclati, riciclabili o biodegradabili)

  • lo sviluppo dei mercati delle materie prime secondarie e la valorizzazione dei sottoprodotti

  • lo sviluppo di sistemi più efficienti di rigenerazione, riuso e riparazione dei beni, facilitando la manutenzione dei prodotti e aumentandone la durata di vita.

Il cambiamento deve passare attraverso:

  1. una revisione normativa che ne semplifichi l’attuazione e ne migliori la coerenza; che renda strutturale la collaborazione tra tutti gli attori dell’economia circolare - Pubbliche Amministrazioni, imprese, istituti di ricerca scientifica e tecnologica - che favorisca l’innovazione e il trasferimento di tecnologie e la competitività dei settori industriali.

  2. una progettazione della filiera, possibilmente valorizzando connessioni territoriali. L’azione delle filiere produttive, oltre ad una generale riduzione degli impatti ambientali, deve puntare a conseguire un uso più efficiente delle risorse, ed in particolare porsi l’obiettivo di chiudere il più possibile i cicli della materia, facendo in modo che gli scarti di produzione, i materiali ed i prodotti possano essere reintrodotti nei cicli produttivi o riutilizzati, negli stessi cicli produttivi che li hanno prodotti o in altri che sono territorialmente o funzionalmente connessi con i primi.

  3. La formazione di nuove figure professionali specializzate (a livello progettuale ed operativo), che diventino strumento e al tempo stesso beneficiari del processo economico orientato alla circolarità, creando cosi nuova occupazione.

Il processo di transizione da una economia lineare ad una economia circolare avverrà tramite:

  1. un ripensamento del concetto di rifiuto: considerare il rifiuto come elemento “mattone” per un nuovo ciclo produttivo, come risorsa e non come un problema. Sarà necessaria una revisione normativa comunitaria che preveda delle restrizioni solo per ciò che è destinato all’abbandono.

  2. il Green Public Procurement ed i Criteri Ambientali Minimi nel Codice Appalti. La potente leva di mercato rappresentata dagli acquisti pubblici può divenire uno dei principali strumenti per indirizzare le produzioni verso modelli di Economia Circolare.

  3. Tracciabilità delle risorse, dei prodotti, dei servizi e delle filiere. La tracciabilità può essere utilizzata come strumento per misurare la circolarità di un prodotto in fase d’uso al fine di proporlo al mercato con altre forme di utilizzo. Nel caso del rifiuto la tracciabilità servirà per semplificare le norme relative alla sua gestione rendendo qualitativamente più competitivo il materiale ottenuto e riducendone i costi di gestione. La tracciabilità della filiera dovrà inoltre essere uno strumento utile alla riduzione della dispersione delle risorse nell’ambiente, utile a fornire un quadro nazionale sempre più preciso delle possibili azioni di miglioramento da apportare ai prodotti.

  4. Efficienza nell’uso delle risorse. Scegliere i materiali più appropriati che possono coniugare la funzione del prodotto con la circolarità delle risorse e l’impatto sull’ambiente. Le risorse impiegate devono essere valutate lungo tutta la filiera e per la durata del ciclo di vita del prodotto o sevizio, al fine di evitare la dispersione, il deprezzamento ed il degrado dei materiali i rispetto al valore ed alle caratteristiche originali, e con l’obiettivo di un loro reimpiego.



Che cosè l'Economia Circolare?
Economia Circolare

INFO:

Paola Bara, responsabile del progetto
tel.: 0733-279641 | 331-1921246
Email: bara@confindustriamacerata.it

Matteo Di Marino
tel.: 0733-279648
Email: ambiente@confindustriamacerata.it